Scilatelle calabresi al ragù

The post Scilatelle calabresi al ragù appeared first on Pastaenonsolo.
Scilatelle calabresi al ragù
The post Scilatelle calabresi al ragù appeared first on Pastaenonsolo.
Pesce stocco in insalata
Lo stoccafisso (o stocco in alcune zone dell’Italia meridionale) è merluzzo artico norvegese conservato per essiccazione. Questa tecnica viene usata anche per altri pesci a carne bianche.
Simile al baccalà nell’aspetto, lo stoccafisso si differenzia dal primo che viene invece conservato mediante salatura e ha un sapore completamente diverso. Nell’Italia settentrionale anche lo stoccafisso è chiamato baccalà. Dalle mie parti lo stocco di Mammola è il prodotto d’eccellenza della gastronomia Mammolese.
Queste notizie prese dal web sono la premessa per la ricetta di oggi. Io l’ho preparata per il Cenone di Capodanno, ma può essere sicuramente proposta per la dieta disintossicante di questi giorni post feste, perchè povera di grassi e ricca di vitamine, proteine e sali minerali.
Ingredienti
pesce stocco già rinvenuto in acqua tagliato a pezzi
pomodorini, olio d’oliva, sale pochissimo, prezzemolo e peperoncino
Sbollentare per pochi minuti lo stocco,. Una volta freddo, togliere la pelle, sfaldarlo, eliminare le spine, tagliare i pomodorini e aggiustarlo di olio,sale, prezzemolo e peperoncino.
Note :
Il nome deriva probabilmente dalla cittadina norvegese di Stokke. Secondo alcuni però potrebbe derivare dal norvegese stokkfisk oppure dall’olandese antico stocvisch, ovvero “pesce a bastone”, secondo altri dall’inglese stockfish, ovvero “pesce da stoccaggio” (scorta, approvvigionamento); altri ancora sostengono che pure il termine inglese sia mutuato dall’olandese antico, con lo stesso significato di “pesce bastone”.[1]
Simile al baccalà nell’aspetto, lo stoccafisso si differenzia dal primo, che viene invece conservato mediante salatura e ha un sapore completamente diverso. Nell’Italia settentrionale (in particolare nell’area della dominazione veneziana dove fu inizialmente introdotto) lo stoccafisso assume tuttavia il nome di bacalà, tanto che il rinomato baccalà alla vicentina è in effetti preparato con lo stoccafisso[2]; nell’Italia meridionale viene invece chiamato stocco o pesce stocco (piscistoccu).
The post Pesce stocco in insalata appeared first on Pastaenonsolo.
Oggi venerdì di Quaresima, si mangia pesce e quindi la mia proposta di oggi è pesce stocco con le patate. Per le informazioni relative al pesce stocco, vi rimando al mio precedente post.
La ricetta di oggi è semplice e tanto gustosa.
pesce stocco già rinvenuto in acqua tagliato a pezzi
pomodorini pachino, olio d’oliva, cipolla, prezzemolo, patate, sale.
In un tegame, soffriggere la cipola con l’olio d’oliva, aggiungere lo stocco, le patate tagliate a pezzi precedentemente sbollentate, i pomodorini, il prezzemolo, il sale e il peperone. Fare cucinare aggiungendo dell’acqua.
The post Stocco con le patate appeared first on Pastaenonsolo.
bucatini con lo stocco ricetta pasta con lo stocco
Bucatini con lo stocco ( Bucatini cu u stoccu ) per L’Italia nel Piatto Special Guest Giugno
ricetta pasta con lo stocco
Il 20 di ogni mese l’Italia nel Piatto propone con la sua rubrica, la Cucina regionale scegliendo di volta ,in volta un argomento. Per l’appuntamento di oggi, il tema è il pesce ed io con grande piacere partecipo all’iniziativa, con i Bucatini con lo stocco (Bucatini cu u stoccu).
Già in un precedente post ( Pesce stocco in insalata) avevo riportato le notizie da me raccolte su questo pesce di gran pregio, che nel tempo, in cucina combinato con altri ingredienti è diventato il piatto tipico di Mammola e tra i più importanti della Calabria. Lo si cucina in svariati modi, tutti rispettando i metodi antichi.
Ingredienti per 3 persone (ricetta presa da Sottocoperta.net)
500 g di stocco di Mammola spugnato a pezzi
250 g di pelati
1/2 cipolla, 1 spicchio di aglio, peperoncino, prezzemolo
In un tegame di terracotta soffriggete la cipolla e l’aglio tritati. Quando questi saranno rosolati, aggiungere lo stocco a pezzi. Non bisogna mai girare, ma solo muovere il tegame. A metà cottura, togliere lo stocco e aggiungere i pelati ed il peperoncino a pezzetti. A cottura quasi ultimata, rimettere lo stocco nel tegame e cuocere per altri 5 minuti. Cuocere i bucatini e condirli con il sugo e il prezzemolo tritato. Lo stocco si servirà come secondo.
Ecco tutte le proposte delle regioni che partecipano a questa bellissima iniziativa:
Valle D’Aosta – Scaloppa di trota alle erbe http://cinzia-lappetitovienmangiando.blogspot.it (da postare)
Piemonte -Acciughe al Verde
Lombardia – Antipasto di Verdure e Tonno
Trentino Alto Adige – Trota alle mele della Val di Non
Veneto – Sarde in saor
Friuli Venezia Giulia Risotto con granzoporo
Emilia Romagna – Spiedini di pesce alla romagnola
Liguria – baccalà pin
Toscana – Polpo in galera
Umbria – Trota in salsa verde
Marche – Canocchie con la peperonata
Abruzzo – Antipasto pescarese
Molise -Tagliolini alla termolese
Lazio – Bucatini con le telline e “fritto de paranza”
Campania – Alici arreganate
Puglia – Frittura di paranza
Basilicata – (Non parteciperà) http://blog.giallozafferano.it/sognandoincucina
Calabria – Pesce spada alla ghiotta
Sicilia -Involtini di Pesce spada alla Messinese
Sardegna -(Non parteciperà) http://blog.giallozafferano.it/vickyart
Guest blog per il mese di Giugno Calabria- Bucatini con lo stocco ricetta pasta con lo stocco (bucatini cu u stoccu)
The post Bucatini con lo stocco Ricetta pasta con lo stocco appeared first on Pastaenonsolo.
Melanzane ripiene
Io la melanzana la cucino spesso, posso dire che nella mia dispensa non manca mai. E’ così versatile, nei sughi, fritta o arrostita, va benissimo nei contorni, nei primi, nei secondi. Mi hanno detto che è buona anche nei dolci, ma in effetti solo nelle preparazioni dolci, ancora non l’ho sperimentata.
Quando dal fruttivendolo le trovo di dimensioni medie, non troppo grandi, ne approfitto per farle ripiene. Le melanzane ripiene, sono un secondo meraviglioso. La mia ricetta è quella di mia madre che senza peccare di presunzione, tra quelle provate, la considero la migliore. Richiede un pò di tempo preparare le melanzane ripiene, ma hanno un sapore ineguagliabile. Io le faccio al forno, ma vanno bene anche soltanto fritte.
In un buffet estivo, non possono mancare e in questi casi, se mi voglio anticipare un pò il lavoro,seguo sempre i suggerimenti di mia madre. Le preparo e le congelo. Inforno le melanzane ripiene, ancora congelate e le cucino come al solito.
Lavare le melanzane e tagliarle in due. Con un coltello scavarle e tagliare la polpa a cubetti. Sbollentare prima la polpa con poco sale e poi i gusci di melanzana.
Scolarli separatamente e mettere da parte.
In una padella soffriggere la carne macinata con olio d’oliva, l’aglio e il prezzemolo. In una scodella mettere la carne macinata, il parmigiano grattugiato, il pane precedentemente ammollato e strizzato e 1 uovo e la polpa di melanzana. Regolare di sale e amalgamare gli ingredienti.
Riempire i gusci con questo composto mettendo un pezzetto di provola.
In un piatto mettere la farina e passare le melanzane. Friggere in abbondante olio bollente prima dalla parte del ripieno finchè si sarà formata una crosta dura e poi dalla parte del guscio.
Mettere a scolare su carta assorbente.
Se si vuole infornare le melanzane ripiene, mettere del sugo in una teglia, posizionare le melanzane. Coprire con altro sugo e una spolverata di parmigiano. Cuocere in forno caldo, a 180° per 25/30.
Servire le melanzane ripiene al forno, tiepide, ma in estate vanne bene anche fredde.
The post Melanzane ripiene appeared first on Pastaenonsolo.
Frittura di surici o pesce pettine
Frittura di surici o pesce pettine
Il pesce pettine, chiamato surice solo in Calabria, è tipico dei mari del sud della nostra penisola, si caratterizza per le sue carni bianchissime e per l’assenza di lische importanti, naturalmente oltre quelle centrali e dorsali.
Il corpo è allungato e piatto, ha un colore rosato e negli adulti raggiunge colorazioni sul verde/azzurro. Ha quattro potenti dentini, due inferiori e due superiori, da qui il suo soprannome di surice (topolino) per via dei suoi dentini aguzzi. I suoi morsi non sono pericolosi, ma fanno assai male. Essendo un parente molto stretto della sogliola, ama stare sulla sabbia, nella quale si rintana quando tramonta il sole. (Fonte www.pescainmare.com)
Il periodo migliore per pescare i surici è tra luglio e settembre. Ieri, io ed alcuni amici, approfittando della bellissima giornata di sole, il mare era calmo, siamo uscita in motoscafo e armati di canna da pesca, siamo andati a pescare i surici.
Ci è andata discretamente bene, solo mio figlio Ferdinando, ne ha presi 13. Non potete immaginare la sua eccitazione.
Frittura di surici o pesce pettine
La carne dei surici è molto buona ed apprezzata, per questo motivo il suo costo è piuttosto elevato.
I surici possono essere cucinati in umido, ma fritti, rappresentano uno dei piatti più gustosi e tipici della cucina calabrese.
Ricetta semplice e veloce.
Dopo aver sventrato il pesce, lavarlo e lasciarlo scolare per farlo asciugare. Passarlo nella farina.*
Frittura di surici o pesce pettine
Friggerlo in abbondante olio bollente. Quando i surici saranno dorati, metterli su un vassoio con carta da cucina assorbente e salare. Servire caldi.
*P.S. Salvatore amante della pesca nonchè conoscitore di questi pesci, mi ha consigliato, prima di friggere i surici, di legarli in prossimità della coda, con del filo. Questo accorgimento, provoca una sorta di rigonfiamento e una volta fritti, la pelle si stacca dalla carne ed il sapore del pesce è ancora più buono.
The post Frittura di surici o pesce pettine appeared first on Pastaenonsolo.
Braciole di carne alla calabrese
Braciole di carne alla calabrese
Ci sono dei piatti che mi riportano alla mia infanzia e a volte è come se sentissi la necessità di proporli nella mia cucina, proprio per il gusto di ritornare indietro nel tempo. Io sono catanzarese e mia madre la domenica spesso prepara le braciole di carne alla calabrese. Sicuramente ci sono delle varianti e interpretazioni diverse delle classiche braciole (vrasciole) e possono essere fatte al sugo o lasciate in bianco. In alcune zone per esempio, per braciole si intendono le polpette che possono essere di carne macinata, o di riso o di patate. Io mi attengo alla ricetta della mia mamma, così come le è stata tramandata a sua volta.
La braciola di carne è un piatto povero, come tutti i piatti della tradizione, ma è veramente gustoso perchè i pochi ingredienti che lo compongono, sono tutti saporitissimi. Nelle versione al sugo, la si preparava per condire la pasta e il più delle volte erano le classiche scilatelle, la pasta fatta con farina di semola e acqua, lavorata con il ferretto.
Io il 25 aprile l’ho festeggiato proprio preparando un buon piatto di scilatelle con le
Dal macellaio farsi preparare una fetta di filetto di vitello o di maiale. Con il batticarne, assottigliarla un pò e spargere del sale. In una padella con un filo di olio, soffriggere la mollica del pane raffermo, con aglio, prezzemolo e poco sale. Appena la mollica è dorata, distribuirla sulla carne.
Braciole di carne alla calabrese
Coprire poi con fettine di provola, soppressata calabrese e uovo sodo. Arrotolare la carne, sigillando i bordi e i lati con degli stecchini o con dello spago da cucina.
Braciola di carne alla calabrese
In un tegame, possibilmente di coccio, fare soffriggere la cipolla, l’aglio, 1 peperoncino, con un filo di olio d’oliva. Mettere la braciola di carne e farla rosolare, su tutti i lati, per una decina di minuti.
Braciole di carne alla calabrese
Aggiungere la passata di pomodoro. Io ho usato la passata di pomodoro fresco Valle del Sole.
Continuare la cottura con poca acqua. Regolare di sale e lasciare consumare per circa 10/15 minuti a fuoco lento, con il coperchio.
Braciole di carne alla calabrese
Nel frattempo preparare la scilatelle. Per la ricetta vedi qui.
scilatelle
Cucinare le scilatelle, scolarle al dente e farle consumare in un’altra pentola, con poco sugo. Spegnere il gas e lasciare riposare la pasta per pochi minuti. Impiattare e servire le scilatelle con altro sugo e del peperoncino piccante.
Braciole di carne alla calabrese
Affettare la Braciola di carne alla calabrese, sarà un ottimo secondo.
Braciole di carne alla calabrese
The post Braciole di carne alla calabrese appeared first on Pastaenonsolo.
Frittata cu ricotta e suprissata – Frittata con ricotta e soppressata
Frittata cu ricotta e suprissata – Frittata con ricotta e soppressata
Tre mie amiche blogger mi hanno parlato della loro iniziativa di pubblicare una volta al mese, una ricetta avente almeno un ingrediente in comune, uno stesso piatto che si differenzia per ingredienti e modalità di cottura in base alla propria regione di origine. Io mi sono dichiarata disponibile ad unirmi a loro perchè questo, mi consente non solo di approfondire le conoscenze culinarie della mia regione, la Calabria,ma anche quelle delle mie amiche.
La scelta di oggi è ricaduta sulla Frittata con i salumi per cui abbiamo
Lombardia: Fritàda Rugnùsa cun la Lügànega – Frittata con la Salamella
Piemonte: Frittata rognosa o Frità rognosa (doppia versione)
Friuli Venezia Giulia: Fertàe cu’ la cèvole e salam –Frittata con cipolla e salame
Calabria: Frittata cu ricotta e suprissata – Frittata con ricotta e soppressata
Il classico panino per le gite fuori porta calabresi? Due fette di pane rustico farcite con una gustosa frittata con ricotta e la soppressata.
soppressata
ricotta di pecora
Frittata cu ricotta e suprissata – Frittata con ricotta e soppressata
Frittata cu ricotta e suprissata – Frittata con ricotta e soppressata
frittata cu ricotta e suprissata – frittata con ricotta e soppressata
The post Frittata cu ricotta e suprissata – Frittata con ricotta e soppressata appeared first on Pastaenonsolo.
Friselle con pasta madre
Friselle con pasta madre
In questi giorni di caldo si vive in prospettiva dell’estate, il desiderio di cambiare stagione è forte, si ha voglia di liberarsi dell’inverno. Questo desiderio si riflette anche nei piatti. Cibi freschi e veloci vanno per la maggiore. Io d’estate consumo tante friselle condite con le insalate di pomodorini. Per me risolvono il pranzo o anche la cena. Ebbene, questa volta ho pensato di prepararmele io, con pasta madre.
Ricetta presa dal blog Fables de Sucre
Tre o 4 ore prima rinfrescare la pasta madre. Scioglierla nell’acqua e aggiungere le farine. Impastare e aggiungere l’olio d’oliva e il sale.
Lavorare fino ad ottenere un impasto liscio e omogeneo. L’impasto si lavora bene in quanto non è appiccicoso.
Io ho impastato con il Bimby. Nel boccale acqua e pasta madre: 10 sec. Vel. 3. Poi tutti gli altri ingredienti, mettendo il sale alla fine: 30 sec. vel. 4/5 e 1.30 vel. Spiga.
Fare una palla e metterla in una ciotola leggermente unta di olio d’oliva. Coprire con un canovaccio umido e lasciare lievitare per circa 2 ore.
friselle con pasta madre
Riprendete l’impasto e con dividerlo in 12 pezzi da circa 90 gr l’uno.
friselle con pasta madre
Prendere un pezzo di impasto e farne un cordone lungo circa 30 cm e largo 2, rotolarlo e allungarlo verso le estremità. Chiudere il cordone schiacciando bene con le dita. Posizionare su una teglia ricoperta da carta forno lasciando lo spazio fra una frisella e l’altra e l’altra tenendo conto dell’ulteriore lievitazione.
friselle con pasta madre
Coprire con della pellicola trasparente posizionando due bicchiere di plastica per non farla attaccare e attendere il raddoppio. Io ho fatto iniziare la lievitazione alle h 22.00 per poi infornare alle h 8.30 di mattino. Ho aspettato che fossero belle lievitate, poi dipende dalla temperatura.
friselle con pasta madre
Cuocere in forno caldo statico a 240° per 15 minuti, devono essere dorate.
friselle con pasta madre
Sfornare, lasciare raffreddare e dividere a metà con un coltello a sega, le friselle con pasta madre. Rimettere le friselle sulla teglia con la carta forno e cuocere in forno caldo, a 200° per 15 minuti. Girarle e farle tostare dall’altro lato, per altri 15 minuti.
Sfornare e fare raffreddare su una gratella. Io ho servito le friselle con pasta madre, con un’insalatina di pomodorini cubettati, con olio d’oliva, sale e basilico. Una volta fredde, conservarle in un sacchetto di plastica o in un contenitore a chiusura ermetica. Al momento basta bagnarle per pochi secondi e condirle a proprio gusto. Buonissime.
friselle con pasta madre
Con questa ricetta partecipo alla raccolta di Panissimo del mese di maggio Sandra.
Questa ricetta partecipa al programma di affiliazione con”
The post Friselle con pasta madre appeared first on Pastaenonsolo.
Frittelle di zucchine e patate alla calabrese
In questi giorni il tempo non è stato bello, è stato un pò nuvoloso e quindi niente mare. In compenso le temperature più gradevoli, mi hanno fatto riavvicinare ai fornelli e ne ho approfittato per preparare qualche ricetta che avevo in mente di fare da diverso tempo.
In estate spesso organizziamo il barbecue a casa di amici e Carmela non perde occasione per preparare le sue frittelle di zucchine e patate alla calabrese, sono uniche. Non fa in tempo a friggerle, che vengono mangiate subito, con il rischio di scottarsi, ma poco importa, il gusto è proprio quello. Calde e croccanti, è un vero piacere mangiarle. E’ il nostro antipasto preferito. A mio figlio piacciono veramente tanto e per accontentarlo, ho pensato di preparargliele e non vi dico la gioia!!!
Ricetta presa da Ultime Notizie Flash
Con una mandolina, affettare le patate, le zucchine e la cipolla. In una una terrina mettere la farina e il parmigiano. Aggiungere poco alla volta l’acqua, a mano a mano che si assorbe, mescolando con una frusta.
frittelle di zucchine e patate alla calabrese
Aggiungere le patate e mescolarle nella pastella, unire poi le zucchine, i fiori di zucca fatti a striscioline , la cipolla e il prezzemolo tritato. Regolare di sale e pepe.
frittelle di zucchine e patate alla calabrese
In una padella mettere abbondante olio d’oliva o olio per friggere (tipo mais o arachidi). Quando è ben caldo, mettere le verdure in pastella, a cucchiaiate, poco alla volta. Fare dorare prima da un lato e poi dall’altro. Solo quando saranno di un bel colore dorato, non prima altrimenti diventano mollicce, mettere a scolare su carta assorbente per togliere l’olio in eccesso.
Servire calde con una spolverata di sale.
frittelle di zucchine e patate alla calabrese
Questa ricetta partecipa al programma di affiliazione con”
The post Frittelle di zucchine e patate alla calabrese appeared first on Pastaenonsolo.
Milangiane ‘mbuttunate (melanzane farcite)
Oggi è 19 e come ogni mese con un gruppo di amiche ho un appuntamento, quello di postare una ricetta della tradizione delle nostre rispettive regioni. Una volta scelto un piatto, lo si propone in base all’interpretazione della propria regione. Il nostro salotto culinario da questo mese, si è arricchito con la presenza di un’altra amica Ylenia, che ci darà la possibilità di confrontarci con la cucina della Toscana.
Le proposte de La Cucina regionale di questo mese hanno come tema Le Verdure Ripiene, per cui abbiamo:
Lombardia (Carla): Zucchine alla Viscontea
Friuli Venezia Giulia (Stefania): Paprike ripiene
Piemonte (Artù): Peperoni ripieni
Toscana (Ilenia): Sedani ripieni alla Pratese
Calabria (io): Milangiane ‘mbuttunate (melanzane farcite)
In Calabria, come in tutto il sud dell’Italia, le melanzane si cucinano in svariati modi e una stessa ricetta ha varianti in base alle diverse zone della regione. Io solitamente le melanzane ripiene le preparo con la carne, (per la ricetta vedi qui) ma per l’appuntamento con La Cucina regionale, ho avuto modo di provare le Milangiane o milingiane ‘mbuttunate. Come vi dicevo è una ricetta nuova per me, ma vi assicuro che è talmente buona, che la riproporrò prestissimo.
Andiamo alla ricetta (Fonte il libro Uomini Cibi Stagioni con qualche variazione).
Tagliare la calotta delle melanzane, lavarle, asciugarle con un canovaccio e praticare dei tagli con un coltello. Nelle fessure mettere del sale e lasciarle riposare per almeno un’ora, così da farle perdere l’acqua. Preparare il ripieno e con il mixer tritare la mollica, il basilico,il formaggio e l’aglio. Io ho preferito non metterlo. Lavare le melanzane, strizzarle un pò e asciugarle. Nelle fessure mettere un pezzettino di provola e il ripieno di mollica di pane.
milangiane ‘mbuttunate (melanzane farcite)
In una padella mettere abbondante olio e una volta caldo, friggere le melanzane. Cucinare a fiamma dolce per circa 10 minuti. Scolare le melanzane e trasferirle su un vassoio con carta assorbente. In un tegame possibilmente di coccio, fare soffriggere un filo di olio con 1/2 cipolla di Tropea. Aggiungere i pomodorini cubettati, privati dai semi e dopo qualche minuto aggiungere le Milangiane ‘mbuttunate (melanzane farcite) e fare consumare insieme per una decina di minuti. Le melanzane devono assorbire il sugo. Con il sugo rimanente si può condire un buon piatto di spaghetti. Le milangiane ‘mbuttunate (melanzane farcite) sono pronte.
milangiane ‘mbuttunate (melanzane farcite)
The post Milangiane ‘mbuttunate (melanzane farcite) appeared first on Pastaenonsolo.
Lestopitta calabrese
La Lestopitta calabrese (pitta veloce) è un tipo di pane azzimo tipico dell’area grecanica, della provincia di Bova (Rc), in particolare.
La Lestopitta ricorda molto la piadina e le sue origini sono molto antiche, pare che sia stata portata dai greci. Anticamente le massaie la preparavano quando non avevano il pane. Veloce da preparare, è anche molto gustosa.
Oggi viene proposta utilizzando la stessa ricetta. Va mangiata calda, una volta fredda diventa molliccia. Alcuni per ovviare a questo inconveniente aggiungono il lievito.
La Lestopitta viene gustata per accompagnare salumi, formaggi, peperonate, cicciole di maiale e peperone piccante, insalate o semplicente si consuma con olio d’oliva e sale. Tutte prelibatezze locali. Con crema di nocciole e miele per chi la gusta anche in versione dolce.
Su un piano mettere la farina e fare la classica fontana. Aggiungere un pizzico di sale e mettere al centro un bicchiere di acqua tiepida e qualche goccia di olio d’oliva. Impastare fino ad ottenere un composto omogeneo e dargli la forma a palla. Coprire l’impasto con un panno umido e lasciare riposare per una mezz’oretta.
Prelevare delle palline dei pezzettini dall’impasto, formare delle palline e con una mattarello, ricavarne delle sfoglie sottili. Con un coppapasta ritagliare dei dischi di 10/15 cm di diametro.
Mettere sul gas una padella (possibilmente di ferro), ungerla di olio e quando sarà calda, mettere la Lestopitta calabrese. Cucinare prima da un lato, poi dall’altro. Sono pronte quando si gonfieranno. Servire subito.
pronta per essere gustata
The post Lestopitta calabrese appeared first on Pastaenonsolo.
‘nzalata ‘i pummadori e patate ( l’insalata calabrese)
Oggi è 19 e come ogni mese io e le mie amiche De La Cucina Regionale, abbiamo un appuntamento molto importante, quello di postare una ricetta della tradizione delle nostre rispettive regioni . Una volta scelto un tema, un ingrediente particolare, si propone un piatto della propria regione che ha come protagonista l’ingrediente scelto.
Per il mese di luglio la Cucina Regionale ha scelto il pomodoro per cui abbiamo:
Lombardia (Carla): Carote al pomodoro
Friuli Venezia Giulia (Stefania): Zuppa asburgica di pomodori
Piemonte (Artù): Pomodori della nonna
Toscana (Ilenia): La Frissoglia
Calabria (io): ‘nzalata ‘i pummadori e patate (l’insalata calabrese)
La cucina calabrese è una cucina povera, contadina. Gli ingredienti principali derivano dall’orto: verdure, legumi, ortaggi. Questo è il periodo dei pomodori. In Calabria il più pregiato è senz’altro il Pomodoro di Belmonte, che prende il nome dal suo paese di origine. Come riportato su Wikipedia le sue caratteristiche sono il colore che è di un rosa tenue e le costolature rimangono quasi sempre verdi, la serbevolezza e la consistenza della polpa che non è mai acidula. Il pomodoro di Belmonte viene tagliato gustato semplicemente tagliato a fette e condito nel piatto.
Io preparo spesso l’ insalata e la mia ricetta è legata al ricordo di mio nonno che per lui in questo periodo, diventava un vero e proprio pasto in quanto sostituiva sia il pranzo che la cena.
‘nzalata ‘i pummadori e patate (l’insalata calabrese)
Lessare le patate con la buccia e una volta cotte, lasciarle raffreddare con la buccia. Anticamente le patate venivano cotte nella cenere del camino.
Lavare i pomodori , togliere il torsolo e tagliarli a fette in una insalatiera. Aggiungere le patate pelate e tagliate a fette, le cipolle sbucciate e tagliate sottili, il basilico spezzettato, l’origano, il peperoncino tagliato a rondelle. Condire con olio d’oliva e sale.
Mescolare e servire subito (altrimenti i pomodori rilasciano l’acqua) l’nzalata ‘i pummadori e patate (‘l’insalata calabrese).
L’insalata calabrese viene servita come contorno o antipasto, accompagnata da un buon pane casareccio di grano duro.
Io l’ho provata con la Lestopitta calabrese (per la ricetta vedi qui ).
La Cucina regionale vi dà appuntamento a Settembre
The post ‘nzalata ‘i pummadori e patate (l’insalata calabrese) appeared first on Pastaenonsolo.
Oggi è 19 e dopo due mesi ritorna l’appuntamento con le mie amiche de la Cucina e territorio di casa nostra con la pubblicazione di una ricetta tipica della nostra regione. Si sceglie un ingrediente, un tema e si propone un piatto della propria regione che contiene l’ingrediente scelto. Questo mese c’è una bellissima novità anzi due, perchè il nostro salotto virtuale, si è allargato e arricchito ulteriormente con la presenza di due amiche: Silvia titolare del blog Acquaefarina e Paola titolare del blog Cioccolatoamaro.
Per il mese di settembre è stato scelto come ingrediente, un frutto: il fico.
Le proposte de La Cucina e territorio di casa nostra, pertanto, sono:
Cucina del Friuli Venezia Giulia (Stefania): Persùt cui fics (prosciutto coi fichi)
Cucina della Lombardia (Carla): Torta di Fichi Neri
Cucina della Toscana (Ilenia): Marmellata di Fichi
Cucina del Piemonte (Artù): Torta di frutta
Cucina del Lazio (Silvia): pizza, prosciutto e fichi
Cucina della Campania (Paola): Bustine con marmellata di fichi
Cucina della Calabria (io): miele di fichi
Il miele di fichi non è il classico miele prodotto delle api, ma in realtà sarebbe il cotto di fichi. Viene chiamato erroneamente miele, perchè dopo un lungo procedimento si ottiene un prodotto che ricorda sia per il colore che per la consistenza, il miele. Anticamente veniva usato nella preparazione dei dolci calabresi, in quanto sostituiva lo zucchero, o come sedativo per la tosse. Oggi viene servito per accompagnare formaggi stagionati o carni grigliate.
Procedimento
Lavare i fichi e metterli divisi a metà, in una pentola capiente, posizionandoli in un unico strato. Coprirli con dell’acqua e fare bollire per circa un’ora, a fuoco lento, girando di tanto in tanto, con un cucchiaio.
Versare i fichi in un canovaccio
stringerlo e raccogliere il succo in una pentola. Per agevolare questa operazione, mettere un peso sul canovaccio contenente i fichi e lasciarlo anche per tutta la notte. Raccogliere tutto il liquido ricavato dai fichi
e rimettere la pentola sul gas e fare restringere il succo di altri 2/3 finchè si raggiunge la consistenza del miele.
Ancora caldissimo, riempire i barattoli precedentemente sterilizzati, chiuderli e bollire per altri 20 minuti. Il miele di fichi si conserverà così per diverso tempo.
Per fare 100 g di miele di fichi, necessitano 1.5 Kg di fichi.
Cucina e Territorio di casa nostra vi dà appuntamento a Ottobre
The post Miele di fichi appeared first on Pastaenonsolo.
L’agnello con patate al forno, o anche il capretto, è uno dei piatti tradizionali, delle feste, a Pasqua in particolare, non deve mancare. Devo precisare che per i catanzaresi come me , il piatto tipico pasquale è la tiana, una ricetta che prevede oltre all’agnello o al capretto, le patate, i carciofi e i piselli. Alcuni ci aggiungono anche la pasta., ma di questo ne parleremo in un altro post.
Tempo fa mi avevano regalato un pò di agnello, molto tenero e ho aspettato che rinfrescasse un pò l’aria per cucinarlo. Domenica, per il mio pranzo, mi è sembrato il momento giusto e l’ho cucinato. In pochissimo tempo e con estrema facilità, ho preparato un secondo che in famiglia piace a tutti, a cominciare dal profumino che si propaga per tutta la casa. La ricetta è quella di mia madre.
Dividere l’agnello a pezzi non troppo piccoli e lavarlo sotto l’acqua corrente e metterlo a scolare. Se l’agnello non è tenero, metterlo a marinare con un pò di vino, aglio e rosmarino, per qualche ora.
In una teglia anti aderente, o di coccio, mettere a soffriggere l’olio d’oliva con la cipolla, l’aglio e il peperoncino piccante. Aggiungere l’agnello e farlo cucinare con rosmarino e prezzemolo. Fare soffriggere un pò, regolare di sale, aggiungere poca acqua e fare cucinare lentamente con il coperchio.
agnello con patate al forno
Nel frattempo sbucciare le patate, tagliarle a pezzi non troppo piccoli, e metterle in una scodella con dell’acqua.
Una volta cotto l’agnello, toglierlo dalla pentola e mettere le patate. Fare cucinare per pochi minuti, con poca acqua e poi continuare la cottura in forno caldo, a 180° gradi per circa 20 minuti.
In una pentola di coccio trasferire le patate e i pezzi d’agnello e continuare la cottura a 200° finchè saranno ben dorati. ASe si preferisce, si possono aggiungere i pezzi di agnello nella stessa pentola delle patate.
Servire l’agnello con patate al forno ancora caldo.
The post Agnello con patate al forno appeared first on Pastaenonsolo.
Pasta china (pasta ripiena al forno) è il piatto tipico delle feste e della domenica, delle tavole calabresi. Potrebbe essere considerato piatto unico, per quanto è ricco. La sua farcia prevede infatti le polpettine di carne fritte, l’uovo sodo, la soppressata o la salsiccia stagionata, la provola possibilmente silana. Il tutto condito con un buon sugo di ragù, pezzi di vitello o di carni miste soffritte e cucinate con passata di pomodoro. La Pasta china (pasta ripiena al forno) è un primo abbondante ed è così gustoso, che dà sempre tanta soddisfazione. Io l’ho preparata ieri.
Preparare il ragù, in una pentola fare soffriggere la cipolla e poi unire la carne. Una volta cotta, aggiungere la passata di pomodoro, regolare di sale e fare consumare a fuoco lento per circa 10 minuti. Profumare con del basilico fresco.
Preparare le polpettine. In una scodella mettere la carne tritata, il pane spugnato e strizzato, prezzemolo tritato, il parmigiano grattugiato, il sale e l’uovo. Amalgamare gli ingredienti e ricavare le polpettine. Friggere in abbondante olio caldo e trasferirle in una scodella con carta assorbente.
Fare rassodare le uova. In una pentola mettere le uova con dell’acqua fredda. Mettere sul gas e fare cucinare 10 minuti da quando inizia a bollire l’acqua. Fare raffreddare, togliere il guscio e mettere da parte.
Cucinare la pasta. Io ho usato i rigatoni di Pasta Baronia. Scolare la pasta e condirla con abbondante sugo e parmigiano. In una pirofila versare un pò di sugo e mettere uno strato di pasta, farcire con le polpettine, la provola, la soppressata, le uova sode tagliati a pezzettini e condire con un mestolo di sugo.
pasta china (pasta ripiena al forno)
Coprire con la pasta rimasta, mettere ancora sugo e una spolverata di parmigiano.
Cuocere in forno caldo a 200 gradi per circa 20 minuti, fino a gratinatura.
Togliere dal forno e aspettare qualche minuto primo di servire la pasta china (pasta ripiena al forno).
The post Pasta china (pasta ripiena al forno) appeared first on Pastaenonsolo.
La zucca gialla “ca gghiata” è la mia proposta per Cucina e territorio di casa nostra. Oggi è 19 e come ogni mese, ritorna l’appuntamento con le mie amiche, per la nostra rubrica che si arricchisce ancora di più non solo per le ricette, ma anche perchè il nostro salotto virtuale si allarga ancora grazie alla presenza di altre due amiche Patrizia titolare del blog angolocottura e Nadina (Magica Nanà) titolare del blog sognando in cucina.Cucina e territorio di casa nostra ha come oggetto la pubblicazione di una ricetta tipica della nostra regione, si individua un ingrediente e si propone la ricetta contenente quell’ingrediente.
Per il mese di ottobre, la scelta non poteva non cadere sulla zucca, l’ingrediente principe di questo mese e queste sono le proposte culinarie de la Cucina e territorio di casa nostra:
Cucina del Friuli Venezia Giulia: http://
Cucina della Lombardia: La Marmellata di Zucca
Cucina della Toscana: Zuppa di zucca e cavolo nero http://
Cucina del Piemonte: Dolce di zucca di Cortazzone
Cucina del Lazio: pasta con la zucca (ricetta di Stefania, grazie!!)
http://
Cucina della Campania:http://
Cucina della Basilicata: Cavatellini con purea di zucca, pancetta e burrata
Cucina della Sicilia : Zucca in Agrodolce
Cucina della Calabria: zucca gialla “ca gghiata”
Questa è una ricetta che me l’ha data la mia mamma, lei infatti viveva in campagna e mi racconta che la zucca era uno degli ingredienti più utilizzato nella cucina di una volta, proprio per la sua versatilità e perchè ce n’era in abbondanza. Anche questa, come tutte le ricette regionali, è molto povera, fatta veramente con quello che si aveva a disposizione, ma io che l’ho provata posso assicurarvi che vi conquisterà a cominciare dal profumo.
Sbucciare la zucca, eliminare i semi e tagliarla a fettine piuttosto sottili. Salarla e lasciarla spurgare per circa un’ora. Lavarla, tamponarla con carta assorbente da cucina e friggerla in abbondante olio bollente. Sgocciolarla per eliminare l’olio in eccesso e metterla da parte.
zucca gialla “ca gghiata”
In una ciotola preparare la salsina con olio, aceto, capperi, aglio sbucciato e tagliato a pezzetti, mollica di pane tritata finemente (il pan grattato va benissimo), foglioline di menta. Mescolare e amalgamare per bene.
zucca gialla “ca gghiata”
Su un piatto di portata posizionale le fette di zucca gialla, condire con la salsina e continuare procedendo a formare i vari strati di zucca alternati con la salsina, fino ad esaurimento degli ingredienti. Finire con una spolverata di pan grattato e mettere in frigo per almeno un’ora prima di servire.
Io per fare gli strati di zucca gialla “ca gghiata”,mi sono aiutata con la Torretta magica Tupperware ed eccola pronta!!!
Cucina e territorio di casa nostra vi dà appuntamento al 19 novembre.
The post Zucca gialla “ca gghiata” appeared first on Pastaenonsolo.
Pitticelle ‘i castagne (ciambelline di castagne)
Come ogni 19 del mese, io e le mie amiche di Cucina e territorio di casa nostra, abbiamo un appuntamento, la pubblicazione di una ricetta tipica della nostra regione in base all’ingrediente o al tema scelto. Per il mese di Novembre la scelta è caduta sul tema: San Martino castagne e vino, per cui le nostre ricette dovranno contenere questi due ingredienti.
Le proposte di Cucina e territorio di casa nostra per il mese di Novembre sono:
Cucina della Lombardia – Cucina Lombarda: http://
Cucina del Friuli Venezia Giulia: http://nuvoledifarina.blogspot.com/2014/11/cucina-friulana-mele-col-vino-bianco.html
Cucina del Piemonte: http://
Cucina della Toscana : http://
Cucina del Lazio castagnaccia http://
Cucina della Campania: http://
Cucina della Basilicata: Crostata con il castagnaccio
Cucina della Sicilia: Fasuoli e Cruzzitieddi
Cucina della Calabria: Pitticelle ‘i castagne ( ciambelline di castagne)
ricetta presa dal libro Uomini cibi stagioni Cucina e tradizioni alimentari in Calabria.
Sulla spianatoia versare le farine, fare la classica fontana e al centro, versare lo zucchero, l’olio e l’acqua in cui precedentemente si sarà sciolto il bicarbonato. Cominciare ad impastare, aggiungere le mandorle e i fichi spezzettati e continuare ad impastare fino ad ottenere la classica palla. Fare riposare circa 30 minuti.
Pitticelle ‘i castagne (ciambelline di castagne)
Preriscaldare il forno a 175°C. Con l’impasto fare le pitticelle ‘i castagne (ciambelline di castagne) e cuocerle in forno caldo per circa 20 minuti.
Gustare le pitticelle ‘i castagne (ciambelline di castagne) con un bicchiere di vino novello.
La rubrica Cucina e territorio di casa nostra vi dà appuntamento al 19 dicembre, ma vi invito a visitare la sua pagina di Face Book dove troverete le ricette regionali pubblicate dal mese di Ottobre e tante altre curiosità.
e ora vi lascio con una poesia di Ciardullo
‘A castagna
Quannu la castagnella è vera nserta,
e ccu la corchia lu lippu se caccia,
te fa restare ccu la vucca aperta
e veramente cce vau tutti ncaccia;
ti nn’inchi le sacchette e rusicchii
cce nsapuri cce allicchi e te recrii!
E cumu la fai fai sa cumu minna:
muzzichi a nnu filaru e a nna rusella,
e lu bicchieri sulu sinne scinna,
e te se senti na gioia, nna favella…
E ppe iurnate sane fore gapu,
stare ccu la buttiglia capu e capu!”
The post Pitticelle ‘i castagne (ciambelline di castagne) appeared first on Pastaenonsolo.
Crispeddi ca lici crespelle calabresi con le alici
Per l’appuntamento di questo mese con la cucina regionale, Cucina e territorio di casa nostra, visto il periodo, ha scelto come tema il Natale, per cui oggi la proposta mia e delle mie amiche, sarà una ricetta natalizia tipica delle nostre rispettive regioni.
Le ricette di Cucina e territorio di casa nostra di Dicembre, sono:
Cucina del Friuli Venezia Giulia: Sufrit . crema carnica
Cucina della Lombardia: Panun dolce tipico della Valtellina
Cucina del Piemonte: Antipasto piemontese ovvero la giardiniera della zia Rita
Cucina della Toscana : Cavallucci
Cucina del Lazio: Pangiallo
Cucina della Campania: struffoli, roccocco e mustacciuoli
Cucina della Basilicata: “Peperoni cruschi fritti”
Cucina della Sicilia: Dicembre: il trionfo della Cassata Siciliana
Cucina della Calabria: Crispeddi ca lici crespelle calabresi con l’acciuga
I Crispeddi ca lici crespelle calabresi con le alici, sono delle frittelle che si preparano solitamente a pranzo del 24 dicembre, ma in realtà sono presenti sulle tavole calabresi anche in altri giorni che precedono il Natale. Io ho preparato la ricetta di mia madre, l’ho solo modificata per quanto riguarda il lievito, io ho usato il lievito madre anzichè il lievito di birra. Queste stesse frittelle, ma con nomi e farciture diversi, le troviamo in altre regioni meridionali e vengono servite per accompagnare salumi e formaggi.
In una ciotola sciogliere il lievito con poca acqua, aggiungere la farina e mescolare. Continuare ad aggiungere l’acqua e un pizzico di sale. Si deve ottenere un impasto come quello della pizza, un pò più liquido, più morbido. Lavorare a lungo almeno mezz’ora.
Per chi ha il Bimby, sciogliere il lievito madre con un pò d’acqua a velocità 3 per 15 secondi. Aggiungere la farina e mescolare a velocità 4 per 15 secondi, aggiungere il sale e continuare ad impastare a vel. 4 per altri 15 secondi. Trasferire l’impasto in una ciotola e aggiungere a poco a poco l’acqua fino a raggiungere la giusta consistenza.
crispeddi ca lici
Coprire con un canovaccio e lasciare lievitare 6/8 h (con il lievito di birra ci vorrà meno).
Quando l’impasto sarà ben lievitato,
prenderne un pò con le mani unte di olio, mettere il filetto di acciuga all’interno, lavorarlo un pò dando la forma di una ciambella o di una pallina e friggere in abbondante olio bollente, poco alla volta, finchè avranno un bel colore dorato. Mettere le crespelle su carta assorbente.
Servire i crispeddi ca lici crespelle con le alici, caldissime accompagnate con salumi e formaggi.
La rubrica Cucina e territorio di casa nostra vi augura Buone Feste e vi dà appuntamento al 19 gennaio. Per chi volesse tenersi aggiornato sulle novità e sugli appuntamenti regionali, può dare un’occhiata alla sua pagina Facebook.
The post Crispeddi ca lici crespelle calabresi con le alici appeared first on Pastaenonsolo.
Fungi a ru furnu funghi al forno
Oggi è 19 gennaio, giorno di pubblicazione della ricetta regionale per la rubrica mensile di Cucina e Territorio di casa nostra e per questo appuntamento, il primo del 2015, con le mie compagne di avventura, abbiamo scelto per la nostra ricetta regionale, una categoria molto ampia, gli arrosti di carne e non solo.
Prima di parlare della mia proposta per il mese di Gennaio, vi invito a dare un’occhiata a quelle presentate dalle mie amiche e più precisamente:
Mondare i funghi. Io ho usato funghi porcini, che mi erano stati regalati giorni fa e conservati nel congelatore.
Pulire con un panno umido, io li passo velocemente sotto l’acqua e li tampono con un panno asciutto. Tagliarli a fette.
Lavare i pomodori, eliminare i semi e affettarli.
In una pirofila mettere un filo di olio d’oliva, posizionare i pomodori e salare. Fare uno strato di funghi.
Cospargere i funghi con il trito preparato, distribuire del peperoncino piccante tagliato a rondelle e condire con un filo di olio d’oliva.
fungi a ru furnu (funghi al forno)
Cuocere in forno caldo a 180° per circa 20 minuti.
Servire i fungi a ru furnu funghi al forno, caldi.
Cucina e territorio di casa nostra vi dà appuntamento al 19 Febbraio e vi invita a visitare la sua pagina Face Book dove troverete tante curiosità e le ricette regionali pubblicate.
The post Fungi a ru furnu funghi al forno appeared first on Pastaenonsolo.