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Channel: Ricette Tipiche Calabresi – Pasta e non solo
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Scilatelle calabresi al ragù

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Scilatelle calabresi al ragù

Scilatelle calabresi al ragù
Cosa c’è di meglio di un piatto di scilatelle? Un primo tipico calabrese che si gusta con il ragù di carne misto, con le braciole e la salsiccia.
Le scilatelle al sugo erano il piatto della domenica della mia nonna materna, nonna Chiara, che armata della sua verga, il bastoncino di legno, in pochissimo tempo, scilava la pasta per grandi tavolate di parenti. A me piaceva stare con lei in cucina e vedere come le sue piccole mani si destreggiavano, mi riempiva di gioia. E’ stata lei prima e la mia mamma poi, ad insegnarmi come si fa questa pasta molto gustosa.
Prima di tutto si prepara il ragù.
Ingredienti per 4 persone:
Ragù
1 kg di carne di vitello tipo campanello
2 lt di passata di pomodoro
olio, cipolla, aglio,sale e basilico.
Scilatelle calabresi al ragù
In una pentola dopo aver fatto soffriggere 1 spicchio d’aglio e 1 cipolla, aggiungere la carne tagliata a pezzettini. Quando la carne è quasi cotta, unire la passata, regolare di sale e finire di cuocere  lentamente a fiamma bassa.
 
Scilatelle;
300 g farina 0
200 g farina 00
acqua q.b
1 pizzico di sale
Scilatelle calabresi al ragù
Disporre a fontana i due tipi di farina e dopo averli mischiati fra loro, versate nella cavità l’acqua e il sale. L’acqua bisogna aggiungerla a poco alla volta in modo da avere un impasto morbido ed elastico, non deve essere umido. Una volta ottenuto un panetto liscio ed omogeneo, lasciare riposare 30 minuti. Prendere poi , pezzi di pasta e fare dei filoncini da dividere in tocchetti larghi quanti un dito. Si prende il ferretto e si fa entrare in un pezzetto di pasta e si arrotola avanti indietro fino a che la pasta si allunga intorno al ferro. Poi si sfila il ferretto dall’interno della pasta facendo attenzione a non chiudere i buchi.
Lasciare asciugare le scilatelle su un piano infarinato.
Cucinare la pasta, scolarla ed amalgamarla con una parte del sugo. Lasciarla riposare qualche minuto, e poi servire con il sugo rimasto.
Scilatelle calabresi al ragù
Con questa ricetta partecipo al contest  IL MIO PRIMO CONTEST, partecipate!!!
Contest vinto!!!!!!!

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Pesce stocco in insalata

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Pesce stocco in insalata

Pesce stocco in insalata

Lo stoccafisso (o stocco in alcune zone dell’Italia meridionale) è merluzzo artico norvegese conservato per essiccazione. Questa tecnica viene usata anche per altri pesci a carne bianche.
Simile al baccalà nell’aspetto, lo stoccafisso si differenzia dal primo che viene invece conservato mediante salatura e ha un sapore completamente diverso. Nell’Italia settentrionale anche lo stoccafisso è chiamato baccalà. Dalle mie parti lo stocco di Mammola è il prodotto d’eccellenza della gastronomia Mammolese.
Queste notizie prese dal web sono la premessa per la ricetta di oggi. Io l’ho preparata per il Cenone di Capodanno, ma può essere sicuramente proposta per la dieta disintossicante di questi giorni post feste, perchè povera di grassi e ricca di vitamine, proteine e sali minerali.

Pesce stocco in insalata

Ingredienti
pesce stocco già rinvenuto in acqua tagliato a pezzi
pomodorini, olio d’oliva, sale pochissimo, prezzemolo e peperoncino

Sbollentare per pochi minuti lo stocco,. Una volta freddo, togliere la pelle, sfaldarlo, eliminare le spine, tagliare i pomodorini e aggiustarlo di olio,sale, prezzemolo e peperoncino.

Note : 

Stoccafisso

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
Lo stoccafisso (o stocco in alcune zone dell’Italia centrale e meridionale) è l’alimento costituito dal merluzzo artico norvegese (Gadus morhua) conservato per essiccazione. La tecnica è tuttavia adatta anche per altre specie di pesce dalle carni bianche.

Il nome deriva probabilmente dalla cittadina norvegese di Stokke. Secondo alcuni però potrebbe derivare dal norvegese stokkfisk oppure dall’olandese antico stocvisch, ovvero “pesce a bastone”, secondo altri dall’inglese stockfish, ovvero “pesce da stoccaggio” (scorta, approvvigionamento); altri ancora sostengono che pure il termine inglese sia mutuato dall’olandese antico, con lo stesso significato di “pesce bastone”.[1]
Simile al baccalà nell’aspetto, lo stoccafisso si differenzia dal primo, che viene invece conservato mediante salatura e ha un sapore completamente diverso. Nell’Italia settentrionale (in particolare nell’area della dominazione veneziana dove fu inizialmente introdotto) lo stoccafisso assume tuttavia il nome di bacalà, tanto che il rinomato baccalà alla vicentina è in effetti preparato con lo stoccafisso[2]; nell’Italia meridionale viene invece chiamato stocco o pesce stocco (piscistoccu).

Pesce stocco in insalata

 

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Stocco con le patate

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Stocco con le patate

Stocco con le patate

Oggi venerdì di Quaresima, si mangia pesce e quindi la mia proposta di oggi è pesce stocco con le patate. Per le informazioni relative al pesce stocco, vi rimando al mio precedente post.
La ricetta di oggi è semplice e tanto gustosa.

Stocco con le patate

 

 Ingredienti:

pesce stocco già rinvenuto in acqua tagliato a pezzi
pomodorini pachino, olio d’oliva, cipolla, prezzemolo, patate, sale.

In un tegame, soffriggere la cipola con l’olio d’oliva, aggiungere lo stocco, le patate tagliate a pezzi precedentemente sbollentate, i pomodorini, il prezzemolo, il sale e il peperone. Fare cucinare aggiungendo dell’acqua.

 

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Bucatini con lo stocco Ricetta pasta con lo stocco

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bucatini con lo stocco ricetta pasta con lo stocco

Bucatini con lo stocco ( Bucatini cu u stoccu ) per L’Italia nel Piatto Special Guest Giugno

ricetta pasta con lo stocco

Bucatini con lo stocco

Il 20 di ogni mese l’Italia nel Piatto propone con la sua rubrica, la Cucina regionale scegliendo di volta  ,in volta un argomento. Per l’appuntamento di oggi, il tema è il pesce ed io con grande piacere partecipo all’iniziativa, con i Bucatini con lo stocco (Bucatini cu u stoccu).

Già in un precedente post ( Pesce stocco in insalata) avevo riportato le notizie da me raccolte su questo pesce di gran pregio, che nel tempo, in cucina combinato con altri ingredienti è diventato il piatto tipico di Mammola e tra i più importanti della Calabria. Lo si cucina in svariati modi, tutti rispettando i metodi antichi.

Bucatini con lo stocco

Bucatini con lo stocco

Bucatini con lo stocco Ricetta pasta con lo stocco ( Bucatini cu u stoccu ) per L’Italia nel Piatto Special Guest Giugno

Ingredienti per 3 persone (ricetta presa da Sottocoperta.net)
500 g di stocco di Mammola spugnato a pezzi
250 g di pelati
1/2 cipolla, 1 spicchio di aglio, peperoncino, prezzemolo

bucatini con lo stocco ricetta pasta con lo stocco

bucatini con lo stocco ricetta pasta con lo stocco

In un tegame di terracotta soffriggete la cipolla e l’aglio tritati. Quando questi saranno rosolati, aggiungere lo stocco a pezzi. Non bisogna mai girare, ma solo muovere il tegame. A metà cottura, togliere lo stocco e aggiungere i pelati ed il peperoncino a pezzetti. A cottura quasi ultimata, rimettere lo stocco nel tegame e cuocere per altri 5 minuti. Cuocere i bucatini e condirli con il sugo e il prezzemolo tritato. Lo stocco si servirà come secondo.

bucatini con lo stocco ricetta pasta con lo stocco

Ecco tutte le proposte delle  regioni che partecipano a questa bellissima iniziativa:

Valle D’Aosta – Scaloppa di trota alle erbe http://cinzia-lappetitovienmangiando.blogspot.it (da postare)
Piemonte -Acciughe al Verde 
Lombardia – Antipasto di Verdure e Tonno 
Trentino Alto Adige – Trota alle mele della Val di Non 
Veneto – Sarde in saor 
Friuli Venezia Giulia Risotto con granzoporo 
Emilia Romagna – Spiedini di pesce alla romagnola 
Liguria – baccalà pin 
Toscana – Polpo in galera 
Umbria – Trota in salsa verde 

Marche – Canocchie con la peperonata 
Abruzzo – Antipasto pescarese 

Molise -Tagliolini alla termolese
Lazio – Bucatini con le telline e “fritto de paranza” 
Campania – Alici arreganate 
Puglia – Frittura di paranza 
Basilicata – (Non parteciperà) http://blog.giallozafferano.it/sognandoincucina
Calabria – Pesce spada alla ghiotta 
Sicilia -Involtini di Pesce spada alla Messinese 
Sardegna -(Non parteciperà)  http://blog.giallozafferano.it/vickyart


Guest blog per il mese di Giugno Calabria- Bucatini con lo stocco ricetta pasta con lo stocco (bucatini cu u stoccu) 

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Melanzane ripiene

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Melanzane ripiene

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melanzane ripiene

Io la melanzana la cucino spesso, posso dire che nella mia dispensa non manca mai. E’ così versatile, nei sughi, fritta o arrostita, va benissimo nei contorni, nei primi, nei secondi. Mi hanno detto che è buona anche nei dolci,  ma in effetti solo nelle preparazioni dolci, ancora non l’ho sperimentata.

Quando dal fruttivendolo le trovo di dimensioni medie, non troppo grandi, ne approfitto per farle ripiene. Le melanzane ripiene, sono un secondo meraviglioso. La mia ricetta è quella di mia madre che senza peccare di presunzione, tra quelle provate, la considero la migliore. Richiede un pò di tempo preparare le melanzane ripiene, ma hanno un sapore ineguagliabile. Io le faccio al forno, ma vanno bene anche soltanto fritte.

In un buffet estivo, non possono mancare e in questi casi, se mi voglio anticipare un pò il lavoro,seguo sempre i suggerimenti di mia madre. Le preparo  e le congelo. Inforno le melanzane ripiene, ancora congelate e le cucino come al solito.

Melanzane ripiene

Lavare le melanzane e tagliarle in due. Con un coltello scavarle e tagliare la polpa a cubetti. Sbollentare prima la polpa con poco sale e poi i gusci di melanzana.

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melanzane ripiene

Scolarli separatamente e mettere da parte.

In una padella soffriggere la carne macinata con olio d’oliva, l’aglio e il prezzemolo. In una scodella mettere la carne macinata, il parmigiano grattugiato, il pane precedentemente ammollato e strizzato e 1 uovo e la polpa di melanzana. Regolare di sale e amalgamare gli ingredienti.

Riempire i gusci con questo composto mettendo un pezzetto di provola.

In un piatto mettere la farina e passare le melanzane. Friggere in abbondante olio bollente prima dalla parte del ripieno finchè si sarà formata una crosta dura e poi dalla parte del guscio.

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Mettere a scolare su carta assorbente.

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Se si vuole infornare le melanzane ripiene, mettere del sugo in una teglia, posizionare le melanzane. Coprire con altro sugo e  una spolverata di parmigiano. Cuocere in forno caldo, a 180° per 25/30.

 

Servire le melanzane ripiene al forno, tiepide, ma in estate vanne bene anche fredde.

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Frittura di surici o pesce pettine

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Frittura di surici o pesce pettine

Frittura di surici o pesce pettine

Frittura di surici o pesce pettine

Il pesce pettine, chiamato surice solo in Calabria, è  tipico dei mari del sud della nostra penisola, si caratterizza per le sue carni bianchissime e per l’assenza di lische importanti, naturalmente oltre quelle centrali e dorsali.

Il corpo è allungato e piatto, ha un colore rosato e negli adulti raggiunge colorazioni sul verde/azzurro. Ha quattro potenti dentini, due inferiori e due superiori, da qui il suo soprannome di surice (topolino) per via dei suoi dentini aguzzi. I suoi morsi non sono pericolosi, ma fanno assai male. Essendo un parente molto stretto della sogliola, ama stare sulla sabbia, nella quale si rintana quando tramonta il sole. (Fonte www.pescainmare.com)

Il periodo migliore per pescare i surici è tra luglio e settembre. Ieri, io ed  alcuni amici, approfittando della bellissima giornata di sole, il mare era calmo,  siamo uscita in motoscafo e armati di canna da pesca, siamo andati a  pescare i surici.

Ci è andata discretamente bene, solo mio figlio Ferdinando, ne ha presi 13. Non potete immaginare la sua eccitazione.

Frittura di surici o pesce pettine

Frittura di surici o pesce pettine

La carne dei surici è molto buona ed apprezzata, per questo motivo il suo costo è piuttosto elevato.

I surici possono essere cucinati in umido, ma fritti,  rappresentano uno dei piatti più gustosi e tipici della cucina calabrese.

Frittura di surici o pesce pettine

Ricetta semplice e veloce.

Dopo aver sventrato il pesce, lavarlo e lasciarlo scolare per farlo asciugare. Passarlo nella farina.*

Frittura di surici o pesce pettine

Frittura di surici o pesce pettine

Friggerlo  in abbondante olio bollente. Quando i surici saranno dorati, metterli su un vassoio con carta da cucina assorbente e salare. Servire caldi.

*P.S. Salvatore amante della pesca nonchè conoscitore di questi pesci, mi ha consigliato, prima di friggere i surici, di legarli  in prossimità della coda, con del filo. Questo accorgimento, provoca una sorta di rigonfiamento e una volta fritti, la pelle si stacca dalla carne ed il sapore del pesce è ancora più buono.

 

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Braciole di carne alla calabrese

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Braciole di carne alla calabrese

Braciola di carne alla calabrese

Braciole di carne alla calabrese

Ci sono dei piatti che mi riportano alla mia infanzia e a volte è come  se sentissi la necessità di proporli nella mia cucina, proprio per il gusto di ritornare indietro nel tempo. Io sono catanzarese e mia madre la domenica spesso prepara le braciole di carne alla calabrese. Sicuramente ci sono delle varianti e interpretazioni diverse delle classiche braciole (vrasciole) e possono essere fatte al sugo o lasciate in bianco. In alcune zone per esempio, per braciole si intendono le polpette che possono essere di carne macinata, o di riso o di patate. Io mi attengo alla ricetta della mia mamma, così come le è stata tramandata a sua volta.

La braciola di carne è un piatto povero, come tutti i piatti della tradizione, ma è veramente gustoso perchè i pochi ingredienti che lo compongono, sono tutti saporitissimi. Nelle versione al sugo, la si preparava per condire la pasta e il più delle volte erano le classiche scilatelle, la pasta fatta con farina di semola e acqua, lavorata con il ferretto.

Io il 25 aprile l’ho festeggiato proprio preparando un buon piatto di scilatelle con le

Braciole di carne alla calabrese

Dal macellaio farsi preparare una  fetta di filetto  di vitello o di maiale. Con il batticarne, assottigliarla un pò e spargere del sale. In una padella con un filo di olio, soffriggere la mollica del pane raffermo, con aglio, prezzemolo e poco sale.  Appena la mollica è dorata, distribuirla sulla carne.

Braciola di carne alla calabrese

Braciole di carne alla calabrese

Coprire poi con fettine di provola, soppressata calabrese e uovo sodo. Arrotolare la carne, sigillando i bordi e i lati con degli stecchini o con dello spago da cucina.

Braciola di carne alla calabrese

Braciola di carne alla calabrese

In un tegame, possibilmente di coccio, fare soffriggere la cipolla, l’aglio, 1 peperoncino, con un filo di olio d’oliva. Mettere la braciola di carne e farla rosolare, su tutti i lati, per una decina di minuti.

Braciola di carne alla calabrese

Braciole di carne alla calabrese

Aggiungere la passata di pomodoro. Io ho usato la passata di pomodoro fresco Valle del Sole.

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Continuare la cottura con poca acqua. Regolare di sale e lasciare consumare per circa 10/15 minuti a fuoco lento, con il coperchio.

Braciola di carne alla calabrese

Braciole di carne alla calabrese

Nel frattempo preparare la scilatelle. Per la ricetta vedi qui.

scilatelle

scilatelle

Cucinare le scilatelle, scolarle al dente e farle consumare in un’altra pentola, con poco sugo. Spegnere il gas e lasciare riposare la pasta per pochi minuti. Impiattare e servire le scilatelle con altro sugo e del peperoncino piccante.

Braciola di carne alla calabrese

Braciole di carne alla calabrese

Affettare la Braciola di carne alla calabrese, sarà un ottimo secondo.

Braciola di carne alla calabrese

Braciole di carne alla calabrese

 

Con questa ricetta partecipo al contest L’Italia nel piatto

Questa ricetta partecipa al programma di affiliazione con”    NewsBoard

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Frittata cu ricotta e suprissata – Frittata con ricotta e soppressata

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Frittata cu ricotta e suprissata – Frittata con ricotta e soppressata

Frittata cu ricotta e suprissata - Frittata con ricotta e soppressata

Frittata cu ricotta e suprissata – Frittata con ricotta e soppressata

Tre mie amiche blogger mi hanno parlato della loro iniziativa di pubblicare una volta al mese, una ricetta avente almeno un ingrediente in comune, uno stesso piatto che si differenzia per ingredienti e modalità di cottura in base alla propria regione di origine. Io mi sono dichiarata disponibile ad unirmi a loro perchè  questo, mi consente non solo di approfondire le conoscenze culinarie della mia regione, la Calabria,ma anche quelle delle mie amiche.

La scelta di oggi è ricaduta sulla Frittata con i salumi per cui abbiamo

Lombardia: Fritàda Rugnùsa cun la Lügànega – Frittata con la Salamella

Piemonte: Frittata rognosa o Frità rognosa (doppia versione)

Friuli Venezia Giulia: Fertàe cu’ la cèvole e salam –Frittata con cipolla e salame

Calabria: Frittata cu ricotta e suprissata – Frittata con ricotta e soppressata

 Frittata cu ricotta e suprissata – Frittata con ricotta e soppressata

Il classico panino per le gite fuori porta calabresi? Due fette di pane rustico farcite con una gustosa frittata con ricotta e la soppressata.

La soppressata è un salume preparato con carne di maiale (spalla, prosciutto), tritata assieme al grasso, peperone piccante precedentemente essiccato, pepe nero e sale. La carne ben amalgamata, viene infilata in un budello pulito, e viene pressata in maniera da assumere la sua forma caratteristica che le conferisce il nome di soppressata. Viene consumata dopo un’adeguata stagionatura.

Frittata cu ricotta e suprissata – Frittata con ricotta e soppressata

In una scodella mettere le uova sgusciate sbatterle leggermente. Unire la soppressata e la ricotta tagliati a pezzetti e regolare di sale.
soppressata

soppressata

ricotta di pecora

ricotta di pecora

In una padella antiadarente, mettere un filo d’olio d’oliva. Una volta caldo versare il composto.
Frittata cu ricotta e suprissata - Frittata con ricotta e soppressata

Frittata cu ricotta e suprissata – Frittata con ricotta e soppressata

Fare cuocere per qualche minuto, di tanto in tanto muovere la padella per non fare attaccare la frittata e quando l’uovo comincerà a rapprendersi, aiutandosi con un piatto piano o con un coperchio dello stesso diametro della padella, capovolgere la frittata. Fare scivolare la frittata dal piatto,​nella padella delicatamente e cuocere dall’altro lato.
Frittata cu ricotta e suprissata - Frittata con ricotta e soppressata

Frittata cu ricotta e suprissata – Frittata con ricotta e soppressata

Quando avrà un bel colore dorato su entrambi i lati, trasferire la frittata su un piatto di portata e servire calda.
frittata cu ricotta e suprissata - frittata con ricotta e soppressata

frittata cu ricotta e suprissata – frittata con ricotta e soppressata

La Cucina regionale vi dà appuntamento  al mese prossimo
cucina calabria

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Friselle con pasta madre

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Friselle con pasta madre

Friselle con pasta madre

Friselle con pasta madre

In questi giorni di caldo si vive in prospettiva dell’estate, il desiderio di cambiare stagione è forte, si ha voglia di liberarsi dell’inverno. Questo desiderio si riflette anche nei piatti. Cibi freschi e veloci vanno per la maggiore. Io d’estate consumo tante friselle condite con le insalate di pomodorini. Per me risolvono il pranzo o anche la cena. Ebbene, questa volta ho pensato di prepararmele io, con pasta madre.

Friselle con pasta madre

Ricetta presa dal blog Fables de Sucre

Tre o 4 ore prima rinfrescare la pasta madre. Scioglierla nell’acqua e aggiungere le farine. Impastare e aggiungere l’olio d’oliva e il sale.

Lavorare  fino ad ottenere un impasto liscio e omogeneo. L’impasto si lavora bene in quanto non è appiccicoso.

Io ho impastato con il Bimby. Nel boccale acqua e pasta madre: 10 sec. Vel. 3. Poi tutti gli altri ingredienti, mettendo il sale alla fine: 30 sec. vel. 4/5 e 1.30 vel. Spiga.

Fare una palla e metterla in una ciotola leggermente unta di olio d’oliva. Coprire con un canovaccio umido e lasciare lievitare per circa 2 ore.

friselle con pasta madre

friselle con pasta madre

Riprendete l’impasto e con dividerlo in 12 pezzi da circa 90 gr l’uno.  

friselle con pasta madre

friselle con pasta madre

Prendere un pezzo di impasto e  farne un cordone lungo circa 30 cm e largo 2, rotolarlo e allungarlo verso le estremità. Chiudere il cordone schiacciando bene con le dita. Posizionare su una teglia ricoperta da carta forno lasciando lo spazio fra una frisella e l’altra e l’altra tenendo conto dell’ulteriore lievitazione.  

friselle con pasta madre

friselle con pasta madre

Coprire con della pellicola trasparente posizionando due bicchiere di plastica per non farla attaccare e attendere il raddoppio. Io ho fatto iniziare la lievitazione alle h 22.00 per poi infornare alle h 8.30 di mattino. Ho aspettato che fossero belle lievitate, poi dipende dalla temperatura. 

friselle con pasta madre

friselle con pasta madre

Cuocere in forno caldo statico a 240° per 15 minuti, devono essere dorate.

friselle con pasta madre

friselle con pasta madre

Sfornare, lasciare raffreddare e dividere a metà con un coltello a sega, le friselle con pasta madre. Rimettere le friselle sulla teglia con la carta forno e cuocere in forno caldo, a 200° per 15 minuti. Girarle e farle tostare dall’altro lato, per altri 15 minuti.

Sfornare e fare raffreddare su una gratella. Io ho servito le friselle con pasta madre, con un’insalatina  di pomodorini cubettati, con olio d’oliva, sale e basilico. Una volta fredde, conservarle in un sacchetto di plastica o in un contenitore a chiusura ermetica. Al momento basta bagnarle per pochi secondi e condirle a proprio gusto. Buonissime.

 

friselle con pasta madre

friselle con pasta madre

Con questa ricetta partecipo alla raccolta di Panissimo del mese di maggio  Sandra.

 

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Frittelle di zucchine e patate alla calabrese

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Frittelle di zucchine e patate alla calabrese

frittelle

In questi giorni il tempo non è stato bello, è stato un pò nuvoloso e quindi niente mare. In compenso le temperature più gradevoli, mi hanno fatto riavvicinare ai fornelli e ne ho approfittato per preparare qualche ricetta che avevo in mente di fare da diverso tempo.

In estate spesso organizziamo il barbecue a casa di amici e Carmela non perde occasione per preparare le sue frittelle di zucchine e patate alla calabrese, sono uniche. Non fa in tempo a friggerle, che vengono mangiate subito, con il rischio di scottarsi, ma poco importa, il gusto è proprio quello. Calde e  croccanti, è un vero piacere mangiarle. E’ il nostro antipasto preferito. A mio figlio piacciono veramente tanto e per accontentarlo, ho pensato di preparargliele e non vi dico la gioia!!!

Frittelle di zucchine e patate alla calabrese

Ricetta presa da Ultime Notizie Flash

Con una mandolina, affettare le patate, le zucchine e la cipolla. In una una terrina mettere la farina e il parmigiano. Aggiungere poco alla volta l’acqua, a mano a mano che si assorbe, mescolando con una frusta.

frittelle di zucchine e patate alla calabrese

frittelle di zucchine e patate alla calabrese

Aggiungere le patate e mescolarle nella pastella, unire poi le zucchine, i fiori di zucca fatti a striscioline , la cipolla e il prezzemolo tritato. Regolare di sale e pepe.

frittelle di zucchine e patate alla calabrese

frittelle di zucchine e patate alla calabrese

In una padella mettere abbondante olio d’oliva o olio per friggere (tipo mais o arachidi). Quando è ben caldo, mettere le verdure in pastella, a cucchiaiate, poco alla volta. Fare dorare prima da un lato e poi dall’altro. Solo quando saranno di un bel colore dorato, non prima altrimenti diventano mollicce, mettere a scolare su carta assorbente per togliere l’olio in eccesso.

Servire calde con una spolverata di sale.

frittelle di zucchine e patate alla calabrese

frittelle di zucchine e patate alla calabrese

 

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Milangiane ‘mbuttunate (melanzane farcite)

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Milangiane ‘mbuttunate (melanzane farcite)

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Oggi è 19 e come ogni mese con un gruppo di amiche ho un appuntamento, quello di postare una ricetta della tradizione delle nostre rispettive regioni. Una volta scelto un piatto, lo si propone in base all’interpretazione della propria regione.  Il nostro salotto culinario da questo mese, si è arricchito con la presenza di un’altra amica Ylenia, che ci darà la possibilità di confrontarci con la cucina della Toscana.

Le proposte de La Cucina regionale di questo mese hanno come  tema  Le Verdure Ripiene, per cui abbiamo:

Lombardia (Carla): Zucchine alla Viscontea

Friuli Venezia Giulia (Stefania): Paprike ripiene

Piemonte (Artù): Peperoni ripieni

Toscana (Ilenia): Sedani ripieni alla Pratese

Calabria (io): Milangiane ‘mbuttunate (melanzane farcite)

Milangiane ‘mbuttunate (melanzane farcite)

In Calabria, come in tutto il sud dell’Italia, le melanzane si cucinano in svariati modi e una stessa ricetta ha varianti in base alle diverse zone della regione. Io solitamente le melanzane ripiene le preparo con la carne, (per la ricetta vedi qui) ma per l’appuntamento con La Cucina regionale, ho avuto modo di provare le Milangiane o milingiane ‘mbuttunate. Come vi dicevo è una ricetta nuova per me, ma vi assicuro che è talmente buona, che la riproporrò prestissimo.

Andiamo alla ricetta (Fonte il libro Uomini Cibi Stagioni con qualche variazione).

Tagliare la calotta delle melanzane, lavarle, asciugarle con un canovaccio e praticare dei tagli con un coltello. Nelle fessure mettere del sale e lasciarle riposare per almeno un’ora, così da farle perdere l’acqua. Preparare il ripieno e con il mixer tritare la mollica, il basilico,il formaggio e l’aglio. Io ho preferito non metterlo. Lavare le melanzane, strizzarle un pò e asciugarle. Nelle fessure mettere un pezzettino di provola e il ripieno di mollica di pane.

milangiane 'mbuttunate (melanzane farcite)

milangiane ‘mbuttunate (melanzane farcite)

In una padella mettere abbondante olio e una volta caldo, friggere le melanzane. Cucinare a fiamma dolce per circa 10 minuti. Scolare le melanzane e trasferirle su un vassoio con carta assorbente. In un tegame possibilmente di coccio, fare soffriggere un filo di olio con 1/2 cipolla di Tropea. Aggiungere i pomodorini cubettati, privati dai semi e dopo qualche minuto aggiungere le Milangiane ‘mbuttunate (melanzane farcite) e fare consumare insieme per una decina di minuti. Le melanzane devono assorbire il sugo. Con il sugo rimanente si può condire un buon piatto di spaghetti. Le milangiane ‘mbuttunate (melanzane farcite) sono pronte.

milangiane 'mbuttunate (melanzane farcite)

milangiane ‘mbuttunate (melanzane farcite)

 

La Cucina regionale vi dà appuntamento  al mese prossimo
cucina calabria

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Lestopitta calabrese

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Lestopitta calabrese

La Lestopitta calabrese (pitta veloce) è un tipo di pane azzimo tipico dell’area grecanica, della provincia di Bova (Rc), in particolare.

La Lestopitta ricorda molto la piadina e le sue origini sono molto antiche, pare che sia stata portata dai greci. Anticamente le massaie la preparavano quando non avevano il pane. Veloce da preparare, è anche molto gustosa.

Oggi viene proposta utilizzando la stessa ricetta. Va mangiata calda, una volta fredda diventa molliccia. Alcuni per ovviare a questo inconveniente aggiungono il lievito.

La Lestopitta viene gustata per accompagnare salumi, formaggi, peperonate, cicciole di maiale e peperone piccante,  insalate o semplicente si consuma con olio d’oliva e sale. Tutte prelibatezze locali. Con crema di nocciole e miele per chi la gusta anche in versione dolce.

Lestopitta calabrese

Su un piano mettere la farina e fare la classica fontana. Aggiungere un pizzico di sale e mettere al centro un bicchiere di acqua tiepida e qualche goccia di olio d’oliva. Impastare fino ad ottenere un composto omogeneo e dargli la forma a palla. Coprire l’impasto con un panno umido e lasciare riposare per una mezz’oretta.

Prelevare delle palline dei pezzettini dall’impasto, formare delle palline e con una mattarello, ricavarne delle sfoglie sottili. Con un coppapasta ritagliare dei dischi di 10/15 cm di diametro.

lestopitta2

Mettere sul gas una padella (possibilmente di ferro), ungerla di olio e quando sarà calda, mettere la Lestopitta calabrese. Cucinare prima da un lato, poi dall’altro. Sono pronte quando si gonfieranno. Servire subito.

lestopitta

 

pronta per essere gustata

lesto

 

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‘nzalata ‘i pummadori e patate (l’insalata calabrese)

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‘nzalata ‘i pummadori e patate ( l’insalata calabrese)

Oggi è 19 e come ogni mese io e le mie amiche De La Cucina Regionale, abbiamo un appuntamento molto importante, quello di postare una ricetta della tradizione delle nostre rispettive regioni . Una volta scelto un tema, un ingrediente particolare,  si propone un piatto della propria regione che ha come protagonista l’ingrediente scelto.

Per il mese di luglio la Cucina Regionale ha scelto il pomodoro per cui abbiamo:

Lombardia (Carla): Carote al pomodoro

Friuli Venezia Giulia (Stefania): Zuppa asburgica di pomodori

Piemonte (Artù): Pomodori della nonna

Toscana (Ilenia): La Frissoglia

Calabria (io): ‘nzalata ‘i pummadori e patate (l’insalata calabrese)

‘nzalata ‘i pummadori e patate (l’insalata calabrese)

La cucina calabrese è una cucina povera, contadina. Gli ingredienti principali derivano dall’orto: verdure, legumi, ortaggi. Questo è il periodo dei pomodori. In Calabria il più pregiato è senz’altro il Pomodoro di Belmonte, che prende il nome dal suo paese di origine. Come riportato su Wikipedia le sue caratteristiche sono il colore che è di un rosa tenue e le costolature rimangono quasi sempre verdi, la serbevolezza e la consistenza della polpa che non è mai acidula. Il pomodoro di Belmonte viene tagliato gustato semplicemente tagliato a fette e condito nel piatto.

Io  preparo spesso l’ insalata e la mia ricetta è legata al ricordo di mio nonno che per lui in questo periodo, diventava un vero e proprio pasto in quanto sostituiva sia il pranzo che la cena.

‘nzalata ‘i pummadori e patate (l’insalata calabrese)

insa

Lessare le patate con la buccia e una volta cotte, lasciarle raffreddare con la buccia. Anticamente le patate venivano cotte nella cenere del camino.

Lavare i pomodori , togliere il torsolo e tagliarli a fette in una insalatiera. Aggiungere le patate pelate e tagliate a fette, le cipolle sbucciate e tagliate sottili, il basilico spezzettato, l’origano, il peperoncino tagliato a rondelle. Condire con olio d’oliva e sale.

Mescolare e servire subito (altrimenti i pomodori rilasciano l’acqua) l’nzalata ‘i pummadori e patate (‘l’insalata calabrese).

l'insalata calabrese

L’insalata calabrese viene servita  come contorno o antipasto, accompagnata da un buon pane casareccio di grano duro.

Io l’ho provata con la Lestopitta calabrese (per la ricetta vedi qui ).

inzalata

 

 

La Cucina regionale vi dà appuntamento  a Settembre

cucina calabria

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Miele di fichi

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Miele di fichi

Oggi è 19 e dopo due mesi ritorna l’appuntamento con le mie amiche de la Cucina e territorio di casa nostra con la pubblicazione di una ricetta tipica della nostra  regione. Si sceglie un ingrediente, un tema  e  si propone un piatto della propria regione che contiene l’ingrediente scelto. Questo mese c’è una bellissima novità anzi due, perchè il nostro salotto  virtuale, si è allargato e arricchito ulteriormente con la presenza di due amiche: Silvia  titolare del blog Acquaefarina e Paola titolare del blog Cioccolatoamaro.

Per il mese di settembre è stato scelto come ingrediente, un frutto: il fico.

Le proposte de La Cucina e territorio di casa nostra, pertanto, sono:

Cucina del Friuli Venezia Giulia (Stefania): Persùt cui fics (prosciutto coi fichi)

Cucina della Lombardia (Carla): Torta di Fichi Neri

Cucina della Toscana (Ilenia): Marmellata di Fichi

Cucina del Piemonte (Artù): Torta di frutta

Cucina del Lazio (Silvia): pizza, prosciutto e fichi

Cucina della Campania (Paola): Bustine con marmellata di fichi

Cucina della Calabria (io): miele di fichi

Miele di fichi

Il miele di fichi non è il classico miele prodotto delle api, ma in realtà sarebbe il cotto di fichi. Viene chiamato erroneamente miele, perchè dopo un lungo procedimento si ottiene un prodotto che ricorda sia per il colore che per la consistenza, il miele. Anticamente veniva usato nella preparazione dei dolci calabresi, in quanto sostituiva lo zucchero, o come sedativo per la tosse. Oggi viene servito per accompagnare formaggi stagionati o carni grigliate.

Procedimento

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Lavare i fichi e metterli divisi a metà, in una pentola capiente, posizionandoli in un unico strato. Coprirli con dell’acqua e fare bollire per circa un’ora, a fuoco lento, girando di tanto in tanto, con un cucchiaio.

Versare i fichi in un canovaccio

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stringerlo e raccogliere il succo in una pentola. Per agevolare questa operazione, mettere un peso sul canovaccio contenente i fichi e lasciarlo anche per tutta la notte. Raccogliere tutto il liquido ricavato dai fichi

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e rimettere la pentola sul gas e fare restringere  il succo di altri 2/3 finchè si raggiunge la consistenza del miele.

Ancora caldissimo, riempire i barattoli precedentemente sterilizzati, chiuderli e bollire per altri 20 minuti. Il miele di fichi si conserverà così per diverso tempo.

 

Per fare 100 g di miele di fichi, necessitano 1.5 Kg di fichi.

miele di fichi3

 

 

Cucina e Territorio di casa nostra vi dà appuntamento a Ottobre

cucina regionala

 

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Agnello con patate al forno

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L’agnello con patate al forno, o anche il capretto, è uno dei piatti tradizionali, delle feste, a Pasqua in particolare, non deve mancare. Devo precisare che per i catanzaresi come me , il piatto tipico pasquale è la tiana, una ricetta che prevede oltre all’agnello o al capretto, le patate, i carciofi e i piselli. Alcuni ci aggiungono anche la pasta., ma di questo ne parleremo in un altro post.

Tempo fa mi avevano regalato un pò di agnello, molto tenero e ho aspettato che rinfrescasse un pò l’aria per cucinarlo. Domenica, per il mio pranzo, mi è sembrato il momento giusto e l’ho cucinato. In pochissimo tempo e con estrema facilità, ho preparato un secondo che in famiglia piace a tutti, a cominciare dal profumino che si propaga per tutta la casa. La ricetta è quella di mia madre.

Agnello con patate al forno

Dividere l’agnello a pezzi non troppo piccoli e lavarlo sotto l’acqua corrente e metterlo a scolare. Se l’agnello non è tenero, metterlo a marinare con un pò di vino, aglio e rosmarino, per qualche ora.

In una teglia anti aderente, o di coccio, mettere a soffriggere l’olio d’oliva con la cipolla, l’aglio e il peperoncino piccante. Aggiungere l’agnello e farlo cucinare con rosmarino e prezzemolo. Fare soffriggere un pò, regolare di sale, aggiungere poca acqua e fare cucinare lentamente con il coperchio.

agnello con patate al forno

agnello con patate al forno

Nel frattempo sbucciare le patate, tagliarle a pezzi non troppo piccoli, e metterle in una scodella con dell’acqua.

Una volta cotto l’agnello, toglierlo dalla pentola e mettere le patate. Fare cucinare per pochi minuti, con poca acqua e poi continuare la cottura in forno caldo, a 180° gradi per circa 20 minuti.

In una pentola di coccio trasferire le patate e i pezzi d’agnello e continuare la cottura a 200° finchè saranno ben dorati. ASe si preferisce, si possono aggiungere i pezzi di agnello nella stessa pentola delle patate.

Servire l’agnello con patate al forno ancora caldo.

agnello con patate al forno1

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Pasta china (pasta ripiena al forno)

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Pasta china (pasta ripiena al forno) è il piatto tipico delle feste e della domenica, delle tavole calabresi. Potrebbe essere considerato piatto unico, per quanto è ricco. La sua farcia prevede infatti le polpettine di carne fritte, l’uovo sodo, la soppressata o la salsiccia stagionata, la provola possibilmente silana. Il tutto condito con un buon sugo di ragù, pezzi di vitello o di carni miste soffritte e cucinate con passata di pomodoro. La Pasta china (pasta ripiena al forno)  è un primo abbondante ed è così gustoso, che dà sempre tanta soddisfazione. Io l’ho preparata ieri.

Pasta china (pasta ripiena al forno)

Preparare il ragù, in una pentola fare soffriggere la cipolla e poi unire la carne. Una volta cotta, aggiungere la passata di pomodoro, regolare di sale e fare consumare a fuoco lento per circa 10 minuti. Profumare con del basilico fresco.

Preparare le polpettine. In una scodella mettere la carne tritata, il pane spugnato e strizzato, prezzemolo tritato, il parmigiano grattugiato, il sale e l’uovo. Amalgamare gli ingredienti e ricavare le polpettine. Friggere in abbondante olio caldo e trasferirle in una scodella con carta assorbente.

Fare rassodare  le uova. In una pentola mettere le uova con dell’acqua fredda. Mettere sul gas e fare cucinare 10 minuti da quando inizia a bollire l’acqua. Fare raffreddare, togliere il guscio e mettere da parte.

Cucinare la pasta. Io ho usato i rigatoni di Pasta Baronia. Scolare la pasta e condirla con abbondante sugo e parmigiano. In una pirofila versare un pò di sugo e mettere uno strato di pasta, farcire con le polpettine, la provola, la soppressata, le uova sode tagliati a pezzettini e condire con un mestolo di sugo.

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pasta china (pasta ripiena al forno)

Coprire con la pasta rimasta, mettere ancora sugo e una spolverata di parmigiano.

Cuocere in forno caldo a 200 gradi per circa 20 minuti, fino a gratinatura.

pasta china1

Togliere dal forno e aspettare qualche minuto primo di servire la pasta china (pasta ripiena al forno).

pasta china2

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Zucca gialla “ca gghiata”

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La zucca gialla “ca gghiata” è la mia proposta per  Cucina e territorio di casa nostra. Oggi è 19 e come ogni mese, ritorna l’appuntamento con le mie amiche, per la nostra rubrica che si arricchisce ancora di più non solo per le ricette, ma anche perchè il nostro salotto virtuale si allarga ancora grazie alla presenza di altre due amiche Patrizia titolare del blog angolocottura e Nadina (Magica Nanà) titolare del blog sognando in cucina.Cucina e territorio di casa nostra ha come oggetto la pubblicazione di una ricetta tipica della nostra regione, si individua  un ingrediente e si propone la ricetta contenente quell’ingrediente.

Per il mese di ottobre, la scelta non poteva non cadere sulla zucca, l’ingrediente principe di questo mese e queste sono le proposte culinarie de la Cucina e territorio di casa nostra:

Cucina del Friuli Venezia Giulia:  http://nuvoledifarina.blogspot.com/2014/10/cucina-friulana-pane-con-la-zucca-pan.html

Cucina della Lombardia: La Marmellata di Zucca

Cucina della Toscana: Zuppa di zucca e cavolo nero http://senticheprofumino.blogspot.com/2014/10/zuppa-di-zucca-e-cavolo-nero-cucina-e.html

Cucina del Piemonte: Dolce di zucca di Cortazzone

Cucina della Calabria: zucca gialla “ca gghiata”

Zucca gialla “ca gghiata”

Questa è una ricetta che me l’ha data la mia mamma, lei infatti viveva in campagna e mi racconta che la zucca era uno degli ingredienti più utilizzato nella cucina di una volta, proprio per la sua versatilità e perchè ce n’era in abbondanza. Anche questa, come tutte le ricette regionali, è molto povera, fatta veramente con quello che si aveva a disposizione, ma io che l’ho provata posso assicurarvi che vi conquisterà a cominciare dal profumo.

zucca gialla2

Sbucciare la zucca, eliminare i semi e tagliarla a fettine piuttosto sottili. Salarla e lasciarla spurgare per circa un’ora. Lavarla, tamponarla con carta assorbente da cucina e friggerla in abbondante olio bollente. Sgocciolarla per eliminare l’olio in eccesso e metterla da parte.

zucca gialla "ca gghiata"

zucca gialla “ca gghiata”

In una ciotola preparare la salsina con olio, aceto, capperi, aglio sbucciato e tagliato a pezzetti, mollica di pane tritata finemente (il pan grattato va benissimo), foglioline di menta. Mescolare e amalgamare per bene.

zucca gialla "ca gghiata"

zucca gialla “ca gghiata”

Su un piatto di portata posizionale le fette di zucca gialla, condire con la salsina e continuare procedendo a formare i vari strati di zucca alternati con la salsina, fino ad esaurimento degli ingredienti. Finire con una spolverata di pan grattato e mettere in frigo per almeno un’ora prima di servire.

Io per fare gli strati di zucca gialla “ca gghiata”,mi sono aiutata con la Torretta magica Tupperware ed eccola pronta!!!

zucca gialla1

 

Cucina e territorio di casa nostra vi dà appuntamento al 19 novembre.

cucina regionala

 

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Pitticelle ‘i castagne (ciambelline di castagne)

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Pitticelle ‘i castagne (ciambelline di castagne)

Come ogni 19 del mese, io e le mie amiche di Cucina e territorio di casa nostra, abbiamo un appuntamento, la pubblicazione di una ricetta tipica della nostra regione in base all’ingrediente o al tema scelto. Per il mese di Novembre la scelta è caduta sul tema: San Martino castagne e vino, per cui le nostre ricette dovranno contenere questi due ingredienti.

Le proposte di Cucina e territorio di casa nostra per il mese di Novembre sono:

Cucina della Lombardia – Cucina Lombarda:   http://ledeliziedellamiacucina.blogspot.it/

Cucina del Friuli Venezia Giulia: http://nuvoledifarina.blogspot.com/2014/11/cucina-friulana-mele-col-vino-bianco.html

Cucina del Piemonte: http://lacasadi-artu.blogspot.com/2014/11/vino-bollito-vein-brule-cucina.html

Cucina della Toscana : http://senticheprofumino.blogspot.com/2014/11/lasagne-bastarde-o-armelette-cucina.html

Cucina del Lazio castagnaccia http://www.acquaefarina-sississima.com/2014/11/cucina-del-lazio-castagnaccia.html

Cucina della Campania: http://cioccolatoamaro-paola.blogspot.com/2014/11/cucina-della-campania-le-allesse.html

Cucina della Basilicata: Crostata con il castagnaccio

Cucina della Sicilia: Fasuoli e Cruzzitieddi

Cucina della Calabria: Pitticelle ‘i castagne ( ciambelline di castagne)

Pitticelle ‘i castagne (ciambelline di castagne)

petticelle 'i castagne 2

ricetta presa dal libro Uomini cibi stagioni Cucina e tradizioni alimentari in Calabria.

Sulla spianatoia versare le farine, fare la classica fontana e al centro, versare lo zucchero, l’olio e l’acqua in cui  precedentemente si sarà sciolto il bicarbonato. Cominciare ad impastare, aggiungere le mandorle e i fichi spezzettati e continuare ad impastare fino ad ottenere la classica palla. Fare riposare circa 30 minuti.

 

Pitticelle 'i castagne (ciambelline di castagne)

Pitticelle ‘i castagne (ciambelline di castagne)

 

Preriscaldare il forno a 175°C. Con l’impasto fare le pitticelle ‘i castagne (ciambelline di castagne) e cuocerle in forno caldo per circa 20 minuti.

Gustare le pitticelle ‘i castagne (ciambelline di castagne) con un bicchiere di vino novello.

 

pitticelle 'i castagne

La rubrica Cucina e territorio di casa nostra vi dà appuntamento al 19 dicembre, ma vi invito a visitare la sua pagina di Face Book dove troverete le ricette regionali pubblicate dal mese di Ottobre e tante altre curiosità.

cucina regionala

e ora vi lascio con una poesia   di Ciardullo

‘A castagna

Quannu  la castagnella è vera nserta,

e ccu la corchia lu lippu se caccia,

te fa restare ccu la vucca aperta

e veramente cce vau tutti  ncaccia;

ti nn’inchi  le sacchette e rusicchii

cce nsapuri cce allicchi e te recrii!

 

E cumu la fai fai sa cumu minna:

muzzichi a nnu filaru  e a nna rusella,

e lu bicchieri sulu sinne scinna,

e te se senti na gioia, nna favella…

E ppe iurnate sane fore gapu,

stare ccu la buttiglia capu e capu!”

 

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Crispeddi ca lici crespelle calabresi con le alici

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Crispeddi ca lici crespelle calabresi con le alici

Per l’appuntamento di questo mese con la cucina regionale, Cucina e territorio di casa nostra, visto il periodo, ha scelto come tema il Natale, per cui oggi la proposta mia e delle mie amiche, sarà una ricetta natalizia tipica delle nostre rispettive regioni.

Le ricette di Cucina e territorio di casa nostra di Dicembre, sono:

Cucina del Friuli Venezia Giulia: Sufrit . crema carnica

Cucina della Lombardia:  Panun dolce tipico della Valtellina

Cucina del Piemonte: Antipasto piemontese ovvero la giardiniera della zia Rita

Cucina della Toscana : Cavallucci

Cucina del Lazio: Pangiallo

Cucina della Campania: struffoli, roccocco e mustacciuoli

Cucina della Basilicata: “Peperoni cruschi fritti”

Cucina della Sicilia: Dicembre: il trionfo della Cassata Siciliana

Cucina della Calabria: Crispeddi ca lici crespelle calabresi con l’acciuga

Crispeddi ca lici crespelle calabresi con le alici

 

crispeddi ca lici

I Crispeddi ca lici crespelle calabresi con le alici, sono delle frittelle che si preparano solitamente a pranzo del 24 dicembre, ma in realtà sono presenti sulle tavole calabresi anche in altri giorni che precedono il Natale. Io ho preparato la ricetta di mia madre, l’ho solo modificata per quanto riguarda il lievito, io ho usato il lievito madre anzichè il lievito di birra. Queste stesse frittelle, ma con nomi e farciture diversi, le troviamo in altre regioni meridionali e vengono servite per accompagnare salumi e formaggi.

In una ciotola sciogliere il lievito con poca acqua, aggiungere la farina e mescolare. Continuare ad aggiungere l’acqua e un pizzico di sale. Si deve ottenere un impasto come quello della pizza, un pò più liquido, più morbido. Lavorare a lungo almeno mezz’ora.

Per chi ha il Bimby, sciogliere il lievito madre con un pò d’acqua a velocità 3 per 15 secondi. Aggiungere la farina e mescolare a velocità 4 per 15 secondi, aggiungere il sale e continuare ad impastare a vel. 4 per altri 15 secondi. Trasferire l’impasto in una ciotola e aggiungere a poco a poco l’acqua fino a raggiungere la giusta consistenza.

crispeddi ca alici

crispeddi ca lici

Coprire con un canovaccio e lasciare lievitare 6/8 h (con il lievito di birra ci vorrà meno).

Quando l’impasto sarà ben lievitato,

crispeddi ca alici

prenderne un pò  con le mani unte di olio, mettere il filetto di acciuga all’interno, lavorarlo un pò dando la forma di una ciambella o di una pallina e friggere in abbondante olio bollente, poco alla volta, finchè  avranno un bel colore dorato. Mettere le crespelle su carta assorbente.

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Servire i crispeddi ca lici crespelle con le alici, caldissime accompagnate con salumi e formaggi.

 

crispeddi ca lici3

La rubrica Cucina e territorio di casa nostra vi augura Buone Feste e vi dà appuntamento al 19 gennaio. Per chi volesse tenersi aggiornato sulle novità e sugli appuntamenti regionali, può dare un’occhiata alla sua pagina Facebook.

cucina regionala

 

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Fungi a ru furnu funghi al forno

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Fungi a ru furnu funghi al forno

Oggi è 19 gennaio, giorno di pubblicazione della ricetta regionale per la rubrica mensile di Cucina e Territorio di casa nostra e per questo appuntamento, il primo del 2015, con le mie compagne di avventura, abbiamo scelto per la nostra ricetta regionale, una categoria molto ampia, gli arrosti di carne e non solo.

Prima di parlare della mia proposta per il mese di Gennaio, vi invito a dare un’occhiata a quelle presentate dalle mie amiche e più precisamente:

Friuli Venezia Giulia: Arrosto di maiale alla grappa
Piemonte: vecchia proposta la ricetta la trovate qui
Toscana: Arrosto morto
Cucina della Calabria (io):Fungi a ru furnu  (funghi al forno)

Fungi a ru furnu funghi al forno

fungi a ru furnu (funghi al forno)

Mondare i funghi. Io ho usato funghi porcini, che mi erano stati regalati giorni fa e conservati nel congelatore.

Pulire con un panno umido, io li passo velocemente sotto l’acqua e li tampono con un panno asciutto. Tagliarli a fette.

Lavare i pomodori, eliminare i semi e affettarli.

In una pirofila mettere un filo di olio d’oliva, posizionare i pomodori e salare. Fare uno strato di funghi.

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Cospargere i funghi con il trito preparato, distribuire del peperoncino piccante tagliato a rondelle e condire con un filo di olio d’oliva.

fungi a ru furnu (funghi al forno)

fungi a ru furnu (funghi al forno)

Cuocere in forno caldo a 180° per circa 20 minuti.

Servire i fungi a ru furnu funghi al forno, caldi.

fungi a ru furnu (funghi al forno)

Cucina e territorio di casa nostra vi dà appuntamento al 19 Febbraio e vi invita a visitare la sua pagina Face Book dove troverete tante curiosità e le ricette regionali pubblicate.

cucina regionala

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